Le notizie sul crollo del tetto del corridoio centrale del nostro edificio scolastico, il liceo Boggio Lera, avvenuto tra la notte del 9 e del 10 novembre, sono già rimbalzate su tantissimi giornali.
La mattina seguente, dopo essersi accorto di ciò che era successo, il preside ha mandato a casa tutte le alunne e tutti gli alunni della sede Centrale per metterli in sicurezza.
Una sicurezza di cui purtroppo la scuola italiana è spesso priva.
Questo ovviamente ci ha resi diffidenti nei confronti dei controlli che sono stati effettuati - ma sono stati effettuati per davvero? - dopo le giornate di intenso maltempo del mese di ottobre.
Noi, ragazze e ragazzi del Boggio Lera, giorno 15 novembre, siamo scesi in piazza Machiavelli a protestare per chiedere la giusta sicurezza che ci spetta in quanto è per noi fondamentale dover studiare e formarci in un luogo sicuro.
Siamo riusciti a ricevere l'attenzione che volevamo grazie alle numerose condivisioni sui social e ai servizi giornalistici effettuati.
Ma purtroppo il Boggio Lera non è stato l'unico protagonista di episodi di questo tipo, anche gli edifici dell'istituto alberghiero Wojtyla, e del liceo scientifico Galileo Galilei hanno subito dei danni.
Proprio a seguito di questi eventi il Boggio Lera, insieme ad altre scuole di Catania, ha nuovamente protestato la mattina del 19 novembre a piazza Cavour, dando vita, in seguito, a un corteo autorizzato per le vie principali di Catania che è giunto fino a piazza Roma.
Grazie all'unione delle varie scuole, tutte le nostre voci sono diventati più forti, e noi studentesse e studenti siamo sempre più decisi a chiedere con determinazione ciò che ci spetta di diritto: LA SICUREZZA.
LaBoggioRedazione
Sito realizzato da Stefano Bisicchia su modello rilasciato da Porte Aperte sul Web, Comunità di pratica per l'accessibilità dei siti scolastici, nell'ambito del Progetto "Un CMS per la scuola" - USR Lombardia.
Il modello di sito è rilasciato sotto licenza Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported di Creative Commons.